RECENSIONE | Piacere Island: 'The Exterminating Angels' di Jean-Claude Brisseau

'Un gradino sopra il sublime rende il ridicolo e un gradino sopra il ridicolo rende di nuovo il sublime.'
-Thomas Paine



Quanto sopra descrive lo spettro su cui Jean-Claude BrisseauIl film hopscotches del cinema, ed è la tensione in quell'assunzione di rischio che lo rende essenziale, anche (soprattutto?) Quando produce una frustrazione come 'Gli angeli sterminatori. 'Francois (Frederic van den Driessche), cineasta di mezza età, si nasconde in un nuovo progetto vagamente definito che mira a scavare misteri di intimità: in genere l'immaginazione sessuale femminile; in particolare, l'orgasmo femminile. Essendo un film del genere necessariamente una collaborazione, inizia un processo di audizione insolitamente rigoroso: le attrici si masturbano davanti a lui e, inibendo stappate, incoraggiate dalla ricettività stoica del loro regista, rivelano dettagli intimi della loro storia sessuale.

A parte Driessche, gli uomini compaiono in 'The Exterminating Angels' solo in modo periferico, ma il film è fornito di una panoplia di donne, corporali - le audizioni si restringono a tre ventesimi, Charlotte (Maroussia Dubreuil), Julie (Liza Bellynck) e Stephanie (Marie Allan) - e altrimenti: sovrintendere alla rovina di Francois, invisibile a lui, sono una coppia di angeli (Raphaele Godin e Margaret Zenou), vestiti di nero che li fanno assomigliare a scenografi cosmici. Francois ha un partner stabile e adatto all'età a cui tornare a casa, ma è sempre più vicino alla tempestosa sessualità delle sue attrici, orchestrando le loro esplorazioni erotiche in luoghi pubblici e stanze affittate, intente e adorante.



La sofferenza del film sono i fatti della vita di Brisseau: dopo il casting del suo barocco-noir del 2002 'Cose segrete'(Il suo unico film attualmente disponibile sul DVD della Regione 1), durante il quale ha richiesto la complicità sessuale delle sue aspiranti starlet, quattro attrici promettenti, nessuna delle quali è apparsa nel film finale, hanno accusato il regista di molestie. È stato accusato, multato, rilasciato con una sospensione della pena.



Brisseau è un uomo simile a un mucchio, l'idea di nessuno di una donna-assassina - quello è lui, brevemente sullo schermo, che aiuta a reprimere un capriccio sul set - ma sebbene il suo altero alter ego in 'Sterminare gli angeli' gode dell'attenzione di un buffet di giovani, donne stuzzicanti, non ho mai avuto la nausea che proviene, diciamo, dall'osservare Woody Allen circondarsi di bellezze volenterose. Questo grazie alla curiosità senza pari di questo regista nel definire la dinamica tra questo uomo anziano affermato con un minimo di autorità e queste donne, variamente sgretolate dalle emozioni di marea della giovinezza (il suo straordinario 'Noce Blache, 'Sulla relazione di un insegnante con uno studente suicida, esplora un territorio simile). Vengono affrontate questioni di etica, del potenziale abuso insito nella posizione di mentore / regista, del confine tra empatia e pederastia, della pericolosa fragilità di queste ragazze disposte a allargare le gambe sull'altare dell'Arte (o della Fama? O solo riconoscimento?). 'Sterminare gli angeli' è un'apologia? Un mea culpa? Le confessioni che sentiamo, alcune apparentemente dalle pagine di un Penthouse Forum, stanno arrivando a una sorta di verità - o sono il buncombe desideroso di compiacere di auditori senza fantasia? In ogni caso, il film è una risposta poetica e provocatoria a un'era di facile psicologia che incoraggia il confezionamento di ogni paura e insicurezza sessuale in traumi convenienti da 'superare' (con contenzioso, se necessario).

Nelle mani di Brisseau, il sesso è pericoloso e meravigliosamente incomprensibile. Francois esprime la fiducia che il suo lavoro esplorerà 'un territorio quasi vergine', che sembra insopportabile in superficie, la cultura cinematografica ha sistematicamente violato i suoi tabù per decenni, ma Brisseau / Francois stanno cercando quel Santo Graal della pornografia, evocando l'internalità del piacere femminile in visibilità. Il linguaggio religioso non è casuale; Brisseau è un artista in sintonia con lo spirituale, in cerca di trascendenza nell'orgasmo, quel luogo in cui la 'grazia del piacere sui loro volti' si interseca con la gratitudine e la resa della Santa Teresa di Bernini (il sillogismo non è nuovo, ma questo non sminuisce la bellezza). L'autocritique termina in un'ammissione pratica di fallimento, di 'inseguire il vento', mentre l'ulteriore spinta di Francois, tanto più che l'ultima frontiera si ritira ... Ma va notato che i fallimenti di Brisseau superano molti capolavori.

[Nick Pinkerton è uno scrittore ed editore del personale di Reverse Shot e collaboratore frequente di Stop Smiling.]



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